Serata in pizzeria con A. Mi sono rivisto in quello che faceva. E che faceva? Forse tentava di convincere gli altri nel tentativo di convincere se stesso. Quello che mi appariva chiaro e che non aveva argomentazioni tali da giustificare le sue affermazioni. Tutto era supportato da sensazioni, notizie non confermate, luoghi comuni. Il miglior governo? Quello di Berlusconi. La Meloni? Ha fatto buone cose anche se non sono del tutto d’accordo con lei. Prima, durante e dopo solo Alberto Fujimori e un totale disprezzo verso la povera gente, rea di essere vaga. E poi la privatizzazione come panacea di tutti i mali. L’inclusività sembrava un concetto a lui estraneo, qualcosa da debellare in quanto generatore di debolezza, fragilità e miseria. Di contro l’esaltazione del merito, dell’uomo forte che va al governo non solo per i suoi interessi ma per fare il bene del paese. Visto il mio tono conciliatore, piano piano allentò la presa e concluse dicendo che anche Conte è preparato. Siamo ritornati a casa a dormire. Sono riuscito a riposare anche se ho bevuto molte volte e altrettante mi sono dovuto alzare per andare al bagno. Nell’ultimo sogno ero con i miei colleghi. Ho rivisto anche Alberto, un collega di TLC. Ad un punto produssi una scorreggia. Intorno a me solo silenzio e imbarazzo. Mi buttai a terra con il viso rivolto verso terra. Volevo scomparire. Furono delle donne a risollevarmi. MI portarono da mangiare e mi sentii accolto e incluso. Malgrado i miei demeriti.